Gent.mo Prof. Pagliarini,
come noto, la questione dei Ricercatori a Tempo Determinato è una di quelle sulle quali, maggiormente, la discussione intorno alla ormai legge Gelimini è divampata nel corso dell'iter parlamentare relativo al DDL stesso.
Premesso che allo stato attuale delle cose, in assenza dei decreti attuativi che renderanno la legge stessa, per così dire, esecutiva nelle sue parti, mi piacerebbe sapere la sua opinione a riguardo del futuro di chi, ad oggi, risultasse già titolare di una posizione da ricercatore a tempo determinato all'interno di un'Università italiana. Come noto, infatti, tale figura giuridica è già da tempo inserita nel panorama di quelle previste dalla normativa in tema di personale universitario e, non molto tempo fa, è stata interessata da un un intervento legislativo (decreto, se non ricordo male) a seguito del quale si è avuta una decisa impennata del livello salariale ad essa riferito.
Chi già in possesso di tale posizione, la perderà in attesa di rientrare nelle status una volta ottemperato (sempre che possa essere in grado di farlo) a quanto la nuova normativa impone anche in termini di reclutamento? In questo caso gli anni pregressi avranno valenza nell'ottica del potenziale accesso all'abilitazione nazionale (3+3) ?
Si genereranno, e sarebbe un'ulteriore complicazione all'interno di un panorama già poco chiaro, due figure separate di ricercatore TD, una con la canonicità prevista dalla nuova legge e l'altra basata sul, per così dire, vecchio sistema?
La questione, per quanto mi è dato di capire, sembrerebbe anche molto basarsi sull'imputazione dei costi di gestione di tali figure; saranno a carico dell'FFO degli Atenei, saranno interamente sopportate dai progetti di ricerca, saranno un qualcosa di misto?
La ringrazio anticipatamente per la cortese risposta che vorrà fornirni.
Cordialmente,
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caro dottore
la legge Gelmini, così com'è, non è attuabile. Entro 6 mesi a far tempo dal 29 gennaio, data di entrata in vigore della legge, devono essere riscritti gli Statuti delle università. Entro un anno devono essere emanati oltre 40 decreti legislativi, decreti ministeriali non ordinamentali e relative circolari esplicative. Qualsiasi previsione fatta oggi è puramente fantasiosa. L'unica risposta alle sue domande è che la figura del ricercatore a tempo determinato sarà presumibilmente unica, anche perché un obiettivo della riforma è quello di semplificare e ridurre le figure di precariato diverso esistenti oggi e ad attuazione della riforma. Qualsiasi altra previsione potrebbe risultare solo "astrologia universitaria". Cordialmente
Alberto Pagliarini
domenica 16 gennaio 2011
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