lunedì 28 novembre 2011

sul metodo contributivo per tutti

Chiar.mo Prof. Pagliarini,
sono un professore universitario, ruolo degli ordinari, di anni 64, con 40 anni e due mesi di effettivo servizio (somma del servizio presso l'Università e del servizio militare). Ho inoltre riscattato i cinque anni di laurea. Ho pertanto una anzianità contributiva di poco più di 45 anni. Avendo più di 18 anni di servizio alla data del 1995 (sono entrato in servizio nel 1971) dovrei poter fruire di una pensione calcolata con il sistema retributivo.
A seguito delle voci di imminente variazione della normativa sulle pensioni con passaggio obbligato per tutti (sia pure pro quota) al sistema contributivo, in data 17 novembre 2011 ho presentato domanda di pensionamento con decorrenza 1 dicembre 2011, cioè in corso d'anno (ovviamente ho assicurato il Preside della Facoltà che è mia intenzione portare a termine il corso iniziato a titolo gratuito).
Successivamente però qualcuno mi ha detto che il decreto di pensionamento non potrà essere fatto se non con decorrenza 1/11/2012, cioè al termine del corrente anno accademico e non alla data dell'1/12/2011 da me richiesta. Se così fosse verrebbe vanificato il mio tentativo di evitare eventuali possibili condizioni sfavorevoli di calcolo del rateo della pensione (già la liquidazione ci viene pagata in 3 rate!).
Le sarei grato se volesse chiarirmi se quanto sopra è vero (nel qual caso vorrei ritirare la domanda) o se, come qualcuno sostiene, la cessazione volontaria dal servizio in corso d'anno è possibile con pagamento all'Università di una penale.

La ringrazio molto se vorrà rispondermi e le invio i miei più cordiali saluti

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caro collega
il pensionamento per vecchiaia è attribuito, d'ufficio, dal 1° novembre dell'anno accademico nel quale si raggiunge l'età anagrafica di pensionamento. Il pensionamento per dimissioni, avendo maturato 40 anni o più di contributi, compresi quelli riscattati, avviene dal mese successivo a quello della domanda presenta, salvo procedura diversa adottata dai funzionari della sede. E' pura fantasia parlare di penalità a favore dell'università per la cessazione volontaria dal servizio.
Ritengo opportuno fare alcune considerazioni sul cambiamento in itinere nel campo pensionistico che preoccupa molti colleghi anziani soprattutto per l'estensione a tutti del sistema contributivo. Ho ricevuto diverse telefonate e alcune mail. Per chi ha già maturato 40 o più anni di contributi versati, compresi gli anni riscattati, l'estensione del contributivo pro-rata, dal 1° gennaio 2012, non intacca il diritto al calcolo con il metodo retributivo sino al 31 dicembre 2011, se nel 1995 (legge Dini) avevano maturato almeno 18 anni di contributi, Con il sistema retributivo la pensione è calcolata per un massimo di 40 anni di contributi e i contributi versati oltre i 40 anni non sono utilizzabili dal soggetto, hanno solo scopo sociale nel coacervo del sistema pensionistico. Pertanto, i contributi che saranno versati per gli anni di servizio prestati a partire dal 2012 dovrebbero essere utilizzati con il metodo contributivo, che tien conto dell'entità dei contributi versati e non del numero degli anni di versamento, salvo che l'emananda legge non escluda, come ritengo avverrà, questa possibilità per chi al 31/12/2011 ha già maturato 40 anni di contributi. In conclusione per coloro che si trovano nella predette condizioni il passaggio al contributivo non comporta alcun danno economico, avendo già maturato i 40 anni di contributi utili per il calcolo della pensione con il sistema retributivo, o addirittura potrebbe comportare un vantaggio pensionistico per quanto sopra detto. Cordialmente
Alberto Pagliarini

martedì 22 novembre 2011

ancora sul blocco della ricostruzione di carriera

Caro collega,

Così mi rispondono da UNIPV su perdita sttipendio (vedi sotto e manca il 2014 che magari viene contato anche quello, al che si passa a 54000 euro lorde)
dopo avermi detto che NON ricostruisco carriere (cf allegato, da cui mi pare conti di più codau che risposte governative alla Camera) -
sono stato confermato a ordinario il 26 ottobre,

Che fare? grazie e cordiali saluti

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caro collega
ci sono due possibilità. Il ricorso al TAR, visto che il rinvio di tre anni della ricostruzione di carriera
comporta una perdita di oltre 43.000 euro, oppure scrivere all'On.Vassallo illustrandogli la situazione che si è creata in alcune sedi nelle quali dopo la conferma o l'ordinariato si adegua la retribuzione ma si rinvia la ricostruzione di carriera al 2014 0 2015, a causa del blocco retributivo. Si chieda all'On. Vassallo di voler rinnovare l'interrogazione alla luce di queste situazioni per la ricostruzione di carriera, chiarendo anche che ci sono ancora sedi nella quali si rinvia non solo la ricostruzione di carriera ma anche l'adeguamento retributivo dovuto per l'ottenuta conferma in ruolo o l'ordinariato.
Cordialmente
Alberto Pagliarini

sabato 19 novembre 2011

Gentile Prof Pagliarini,
mi rivolgo a Lei per un parere riguardo una progressione economica.
Sono ricercatore clinico confermato, cioè sono dipendente universitario in convenzione con la azienda ospedaliero-universitaria della mia città.
Ho maturato al 30/09/11 5 anni di anzianità, per cui avrei diritto alla equiparazione della posizione minima contrattuale a quella percepita dai dirigenti della medesima area ex X livello (art 4 CCNL- area dirigenza SPTA- 2° biennio economico).
Inoltre ai sensi dell'art. 5 dello stesso CCNL è prevista l'indennità di esclusività.
Le chiedo: ci sarà un miglioramento economico, dal momento che l'azienda ospedaliera mi eroga un assegno ad personam riassorbibile?
le voci del mio cedolino paga ospedaliero sono:
-retrb. posiz. min. contr. unificata
indennità di esclusività
assegno ad personam riassorbibile
trattamento aggiuntivo di incarico.

La ringrazio e la saluto cordialmente.

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gentile dottoressa

se la retribuzione aggiuntiva attribuita dopo il 5° anno di anzianità, supera l'assegno ad personam in godimento, l'assegno ad personam scompare e la differenza è il miglioramento economico effettivo attribuito. Cordialmente
Alberto Pagliarini

venerdì 18 novembre 2011

sulla esclusione dalla chiamata per effetto della parentela

Gentile prof. Pagliarini,
seguo con molta attenzione il Suo blog e vorrei innanzitutto complimentarmi per la bella iniziativa!
Vorrei chiederLe informazioni sulla mia situazione. Siamo due fratelli che per puro caso si sono trovati a lavorare nella stessa facoltà. Non abbiamo altri parenti che lavorano all'università e non siamo "influenti". Mio fratello è diventato associato qualche anno fa, dopo avere lavorato per anni presso un'altra facoltà e vincendo il concorso nella facoltà in cui lavoro anche io (da un anno come RTD, dopo avere lavorato per 7 anni con un contratto a progetto). Presupponendo il conseguimento dell'abilitazione nazionale come associato allo scadere dei 6 anni, secondo Lei ho qualche possibilità di rimanere nella stessa facoltà o la legge mi esclude a priori?
Grazie mille per l'informazione.
Cordialmente,

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caro collega
riporto la parte dell'art.18, comma 1, punto b) che interessa il suo quesito.

"........In ogni caso, ai procedimenti per la chiamata, di cui al presente articolo, non possono partecipare coloro che abbiano un grado di parentela o di affinita', fino
al quarto grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o alla
struttura che effettua la chiamata ..............". Con la nuova legge la chiamata non è effettuata dalla Facoltà ma dal Dipartimento o da una Scuola o struttura prevista nello Statuto di Ateneo. Pertanto, se suo fratello è incardinato nel dipartimento che dovrebbe effettuare la sua chiamata, lei non potrà partecipare al bando per la chiamata. Potrà partecipare se suo fratello fa capo ad altro dipartimento. Ciò stante la lettera della norma sopra riportata. Salvo ulteriori e più forti restrizioni previste nel codice etico del suo ateneo.
Cordialmente
Alberto Pagliarini

giovedì 17 novembre 2011

sistema contributivo per tutti

Caro Collega,
Come avrai sentito nelle intenzioni del nuovo Governo pare ci sia il passaggio al sistema contributivo per tutti. Ora mi chiedo e ti chiedo: per chi come me ha quasi 40 anni di contributi (servizio + riscatti vari) ed è ancora 5 o 10 anni dall'età della pensione, conviene dare le dimissioni prima che venga approvata normativa di questo tipo o continuare a restare in servizio (come ricercatore, associato o ordinario) ?
Ti ringrazio della considerazione, cordiali saluti,

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caro collega
nell'ipotesi che si imponga il sistema contributivo per tutti, è molto probabile che chi è in servizio e gode del sistema retributivo o misto, conservi tale diritto sino alla data di entrata in vigore della nuova norma e da tale data valga, invece, il sistema contributivo. In tal caso il danno economico sarebbe molto ridotto per chi, alla data predetta, deve ancora fare pochi anni di servizio prima dell'età pensionabile. Pertanto, occorre aspettare per sapere quali sono le reali intenzioni del governo ed eventualmente dimettersi prima della emanazione della nuova legge, se non dovesse verificarsi quanto ho prima detto. Cordialmente
Alberto Pagliarini