Egr. Prof. Pagliarini
mi rincresce disturbarLa nuovamente in merito al mio messaggio dell'8 dicembre (in calce).
Mi permetto tuttavia di farlo, scusandomene ancora, poichè il Suo alto parere è per me notevolmente importante, al fine di pianificare tempestivamente e efficacemente alcuni colloqui che mi accingo a sostenere.
ArchiInfatti, la mia Facoltà (xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx) parrebbe intenzionata a chiamarmi come ordinario già a fine dicembre / inizio gennaio. E però scorgo qualche spiraglio anche per una mia chiamata alla Sapienza di Roma, soluzione che preferirei di gran lunga, e che andrebbe tuttavia opportunamente guidata (purtroppo con molta discrezione, per non creare gelosie, che contro di me si ritorcerebbero).
La ringrazio ancora per i Suoi intelligenti ed equilibrati contributi, tanto più preziosi in un'attività e in un paese purtroppo disordinati come il nostro.
Distinti saluti
Egr. Prof. Pagliarini
nel ringraziarLa (nuovamente) per la Sua preziosa opera, gradirei conoscere la Sua interpretazione su un aspetto della disciplina dei concorsi per trasferimento, che non mi è parso trattato sinora nelle Sue risposte.
La legge 210/98 (artt. 1 e 3) dispone che un professore o ricercatore possa partecipare ad un concorso per trasferimento "dopo tre anni accademici di ... permanenza in una sede universitaria". Io sono da oltre 6 anni professore associato nella mia sede, ho recentemente conseguito l'idoneità ad ordinario, e potrei essere a breve chiamato come tale dalla mia Facoltà. Potrei, dopo ad esempio un anno dalla presa di servizio come ordinario, partecipare ad un concorso per trasferimento in altra sede?
Il dubbio mi sorge perchè la legge non specifica la qualifica da rivestire nei tre anni; e però ho spesso sentito che, dopo la chiamata e presa di servizio, devono comunque trascorrere tre anni per un trasferimento. Aggiungo che, come Lei ben sa, i regolamenti delle singole Università su questo aspetto si limitano generalmente a riportare il testo della legge, senza aggiungere alcunché a maggior chiarimento.
La ringrazio anticipatamente
Distinti saluti
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caro collega
per prassi consolidata l'applicazione della norma citata valuta i tre anni di permanenza nella sede, esclusivamente nel ruolo e nella qualifica sulla quale si chiede il trasferimento. Non c'e' possibilita' di deroga e non sono possibili dubbi interpretativi. Cordialmente
Alberto Pagliarini
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