Caro Prof. Pagliarini,
approfitto della sua gentilezza per porle un'ulteriore domanda.
Sono un professore associato confermato dell'Università di Siena. Ho fatto
domanda di ricostruzione della carriera includendo un assegno di ricerca
di cui sono stato titolare.
Ho di recente ricevuto la lettera contenente copia del decreto rettorale
che descrive la ricostruzione della mia carriera,
da cui è stato escluso l'assegno di ricerca. Tale tipo di risposta era
sostanzialmente attesa,
perchè l'ateneo di Siena è una di quelli che ancora non riconoscono gli
assegni di ricerca.
Stavo valutando il da farsi e mi sarebbe utile sapere se ci sono dei
termini perentori entro cui occorre/conviene fare ricorso
in qualche forma o intraprendere qualche azione legale. Di fatti, se non
fossi legato a dei termini temporali preferei attendere
per valutare come l'ateneo intende affrontare la questione, che in
passato era stata posta anche da altri colleghi, anche alla luce del
fatto che
a breve entreranno in carica un nuovo rettore e un nuovo direttore
amministrativo.
Grazie
Cordiali saluti
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caro collega
diverse sedi, da più o meno tempo, riconoscono gli assegni di ricerca nella
ricostruzione della carriera. Al riguardo esistono diversi pareri
favorevoli: quello del CUN fatto proprio dal MIUR, quello del Ministero
dell'Economia e Finanze,
dell'INPDAP, delle Avvocature generali di Pisa e di Brescia, una recente
sentenza del TAR Campania favorevole al ricorrente. E' veramente incredibile
che ci siano sedi che si ostinano a non riconoscerli. Presumibilmente il non
riconoscimento è determinato da situazioni finanziarie che non consentono il
pagamento a tutti coloro che ne hanno diritto. Le suggerisco di scrivere al
rettore segnalando l'assurdità del non riconoscimento in presenza di tanti
pareri favorevoli e di tante sedi che li riconoscono. Un ricorso al TAR è
una inutile perdita di tempo e un aggravio per l'amministrazione
presumibilmente obbligata ad accollarsi le spese legali e giudiziarie. In
siffatta situazione il non riconoscimento si configura come un autentico
illegittimo sopruso burocratico-amministrativo. Correttezza e trasparenza
impongono che si dichiari il diritto al riconoscimento rinviando
l'attribuzione monetaria a situazioni di cassa che la consentano. Gradirei
conoscere il finale di questa assurdità. Cordialmente
Alberto Pagliarini
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1 commento:
Prof. Pagliarini,
sarebbe utile avere i riferimenti alla sentenza del TAR della Campania, in modo da poterla citare in sede di rivendicazione di quello che ormai è un diritto innegabile.
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