sabato 29 maggio 2010

sulla liquidazione et altro

Gentile Prof. Pagliarini le scrivo,anche se è un pò prematuro,per
sapere cosa ne pensa riguardo il calcolo del TFS che dal 2011 verrà
uniformato al tfr e ciò vale per tutti i dipendenti pubblici e non
sembra una manovra "pro rata" . Questo danneggia in particolare i
prof.universitari, magistrati . prefetti. alte cariche forze armate,
medici del SSN e un pò tutti i dipendenti pubblici.Coloro che possono
fuggire entro il 2010 sono salvi. Gli altri avranno la liquidazione
dimezzata , pagata in tre rate e forse in BOT o in altri titol
risquotibilii a tempi lungli. Non Le sembra che ci possano essere
motivi di incostituzionalità in un trattamento così diverso a parità
di categoria? Sono sicuro che i magistrati faranno valere le loro
ragioni, mentre noi avendo una decina di rappresentanze sindacali
senza coordinamento, valiamo come il due di picche. Un ultima cosa:
l'adeguamento ISTAT di quest'anno lo perderemo o no? Grazie e
cordiali saluti
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caro collega
occorre attendere la versione definitiva del decreto sulla manovra
finanziaria. Sembra che la modifica del calcolo TFS sia prevista nella forma
"pro rata", cioè il calcolo sino a dicembre 2010 sarà effettuato come prima,
mentre dal gennaio 2011 sarà uniformato a quello del TFR. Ciò comporta un
danno a tutti gli interessati, tanto più consistente quanto minori saranno
gli anni di servizio e riscattati maturati al 31/12/2010. Pertanto, i
giovani saranno più penalizzati rispetto agli anziani.
Per quanto attiene eventuali elementi di incostituzionalità per la modifica
in peius di diritti quesiti, la Consulta ha più volte rilevato che "non può
contrastare con il principio di uguaglianza un differenziato trattamento
applicato alla stessa categoria di soggetti ma in momenti temporali diversi,
perché lo stesso fluire del tempo costituisce di per sè un elemento
diversificatore in rapporto a situazioni che concernono sia gli stessi
soggetti sia altri componenti l'aggregato sociale". E' questo un principio
che io ho definito di "relativismo temporale giuridico", in base al quale le
mutate situazioni economiche, finanziarie, sociali, di crisi internazionale,
di forte debito pubblico possono portare il legislatore a ridurre o
eliminare diritti concessi in altre epoche di vacche grasse. Ciò
nell'interesse più generale di evitare la bancarotta dello Stato con effetti
dirompenti per tutti e sulla socialità. Interventi in tal senso sono già
avvenuti. Il fuori ruolo era un diritto quesito, ed è stato prima ridotto da
5 a 3 anni e poi del tutto eliminato. Le pensioni, calcolate per il pubblico
impiego con il metodo retributivo, con la riforma Dini nella forma "pro
rata", si calcolano con il vecchio metodo sino al 1992 e con il metodo
contributivo dal 1993. Erano diritti quesiti anche questi e sono stati
intaccati. Ritengo, pertanto, che la via della incostituzionalità, pur
percorribile, dia speranze scarse o quasi nulle. Per quanto attiene la
rappresentanza sindacale, fortissima per i magistrati rappresentati da un
solo sindacato, quasi nulla per i docenti universitari rappresentati da
quella che io più volte ho chiamato "fungaia sindacale" , non vi è dubbio
che il comparto della docenza è perdente. Diversi anni fa le tre
Associazioni sindacali autonome della docenza, CNU, CIPUE e USPUR,
tentarono, per convinzione di alcuni elementi dei tre sindacati, tra i quali
l'allora presidente del CIPUR Salvatore Sorriso e io, di creare una
federazione sindacale, come primo passo per arrivare a un unico forte
sindacato della docenxa. Dopo diverse, tante riunioni, nacque la FEDERUNI
con uno Statuto approvato. La diversa inconciliabile posizione dei 3
sindacati sulla questione ricercatori e sulle fasce della docenza, portò
alla morte della FEDERUNI, dopo appena un anno dalla sua nascita. All'epoca
ed anche successivamente ho scrito diverse note in cui ho paventato
l'irragionevolezza della rappresentanza sindacale della docenza anche
determinata da una crescita abnorme di nuove sigle sindacali, in gran parte
corporative, qualcuna con iscritti contati sulle dita delle mani. Il
pluralismo è utile in democrazia, ma quando è un pluralismo di idee non di
corporazioni. E' stata creata l'intersindacale con tutte le sigle tranne
CIPUR ed USPUR. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non poteva essere
diversamnente perché, come ho più volte scritto, la somma di sindacati,
ciascuno con peso politico zero di rappresentanza, è ancora zero. Ognuno ha
voluto conservare il suo orticello senza strategie di lungimiranza che
avrebbero potuto arginare i devastanti effetti delle politiche governative e
parlamentari di destra e di sinistra. A questo si aggiunge che nessun
sindacato ha mai voluto fare una salutare autocritica sull'operato del
governo di tutte le sedi universitarie, per diversi anni proiettato a
creare sempre più sedi decentrate, sempre più corsi di studio, facendo
crescere a dismisura i costi del servizio reso, mirato più che sugli
interessi degli studenti e sulle reali richieste del mercato del lavoro,
sugli interessi del corpo docente e delle facoltà e sugli interessi dei
rettori a soddisfare esigenze e richieste politiche campanilistiche. Così
come non si è voluto fare autocritica sulla sempre più diffusa parentopoli
in tutte le sedi, enfatizzata dai media, che ha devastato l'immagine
dell'università e ha ridotto al lumicino la credibilità dell'opinione
pubblica verso l'istituzione universitaria. Con quale risultato? Lo sfacelo
dell'università italiana che stiamo vivendo!. Ancora una volta approfitto
per lanciare l'invito ai tre sindacati storici autonomi della docenza, di
riprendere la linea interrotta da una frana sindacale diversi anni fa.
Aprire la discussione sulla crazione di una federazione sindacale unitaria o
addirittura sul possibile ripristino della FEDERUNI. Ci potrebbe essere una
iscrizione in massa di docenti e una conseguente forte crescita di
rappresentanza sindacale. Prevarrà il buon senso o quello rivelatosi inutile
della conservazione dell'orticello? Vedremo. Per quanto attiene l'ultimo
quesito, quello dell'aumento ISTAT 2010 del 3,09%, poichè sembra ormai
acclarato che il blocco delle retribuzioni avverrà con decorrenza gennaio
2011, l'aumento resterà attribuibile quando sarà pubblicato sulla G.U. il
DPCM che lo ufficializza. Ho, pertanto, deciso di aggiornare con il predetto
aumento le tabelle retributive che metterò, come sempre, a disposizione di
tutti, sul solito sito. Putroppo la situazione disastrata di bilancio non
consentirà il pagamento di questo aumento in diverse sedi e in alcune sedi,
addirittura, il debito di questo nuovo aumento si sommerà con quello degli
arretrati dell'aumeno ISTAT 2009 e in qualche sede anche con quello del
2008. Questa è la realtà del momento che stiamo vivendo. Considerato
l'interesse di tutti alle risposte ai quesiti posti dal collega, oltre a
pubblicare sul mio sito, come al solito, quesiti e rispota, li nvierò a
UNILEX e a tutti i colleghi ai quali posso inviarli direttamente, sempre nel
rispetto della privacy. Cordialmente
Alberto Pagliarini

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