domenica 24 maggio 2009

compatibilità tra contratto e dottorato

Buongiorno, Egregio Prof. Pagliarini,
sono una dottoranda del secondo anno e mi è stato proposto un contratto a tempo determinato full time da un'azienda.ho proseguito con la richiesta di autorizzazione a svolgere il lavoro, al collegio dei docenti e in attesa di un loro riscontro volevo chiederle se le due attività, dottorato e contratto a tempo determinato, sono compatibiliinoltre devo consegnare al Collegio dei docenti, anche una lettera di rinuncia della borsa di studio?la ringrazio anticipatamente
Saluti,
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cara dottoressa
sarà il collegio dei docenti a decidere se c'è o no incompatibilità. Nel caso in cui il collegio autorizzi sarà lo stesso collegio a chiederle la rinuncia alla borsa o no in base alle clausole contenute nel bando di assegnazione della stessa. cordialmente
Alberto Pagliarini

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile professore Pagliarini,
ho cercato di inviarle una mail ma non essendo riuscita a trovare il suo indirizzo di posta elettronica provo a postarla tra i commenti. Mi scuso per l'uso improrio dei commenti nel blog. Le sarei comunque molt ograta se potesse darmi risposta al seguente quesito.

Se si vince un dottorato di ricerca con borsa e si è insegnanti confermati nella scuola superiore si può ottenere un congedo straordinario per ricerca mantenendo il trattamento economico della pubblica amministrazione dalla quale si proviene (secondo quanto chiarito nella CM del 4/11/02). La norma dice testualmente che "l'interessato in aspettativa conserva il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza in godimento da parte dell'Amministrazione Pubblica presso la quale è instaurato il rapporto di lavoro. Qualora, dopo il conseguimento del dottorato di ricerca, il rapporto di lavoro con l'Amministrazione Pubblica cessi per volontà del dipendente nei due anni successivi, è dovuta la ripetizione degli importi corrisposti ai sensi del secondo periodo".

E' chiaro quindi che se il dipendente cessa il suo rapporto con la P.A. per diventare dipendente privato deve la restituzione degli importi. Ma se il dipendente si licenzia dalla Pubblica Amministrazione presso la quale era istaurato il rapporto di lavoro per passare ad un'altra Pubblica Amministrazione deve comunque restituire l'importo?

Ad esempio: se dopo il dottorato di ricerca, l'insegnante vince un concorso a ricercatore presso l'Università (quindi resta dipendente di una Pubblica Amministrazione anche se cambia il ministero cui afferisce) dovrebbe egualmente restituire gli importi percepiti durante il dottorato? Oppure poiché resta dipendente della Pubblica Amministrazione la restituzione degli importi non è dovuta?

Inoltre nella stessa Circolare Ministeriale si equipara il trattamento degli assegnatari di borse di studio da parte di Amministrazioni statali a quello dei vincitori di dottorato di ricerca; quindi desideravo chiederle se il problema della restituzione degli importi in caso di cessazione del rapporto di lavoro con una PA per passare ad un'altra PA si porrebbe egualmente.
La ringrazio molto per la sua disponibilità e per la sua cortese attenzione.

Carmen Del Vecchio

Anonimo ha detto...

Egregio Prof. Pagliarini,
anche io sono una dottoranda al secondo anno e mi chiedevo se fosse possibile, durante lo svolgimento di un dottorato di ricerca presso una universita', fare comunque domanda per un posto da ricercatore. Mi rendo conto che il titolo che sto conseguendo costituirebbe una marcia in piu', ma per il momento mi pongo maggiormante il problema della "compatibilità". La ringrazio per la cortese attenzione e le auguro una buona giornata.
Cordiali saluti,
Sara

Anonimo ha detto...

Egregio prof. Pagliarini,
ho insegnato inglese scientifico per sei anni presso un'università italiana dall'a.a. 1994-95 all'a.a. 1999-2000. L'università instaurava con i docenti a contratti co.co.co. con decorrenze pari al periodo che andava dalla prima lezione tenuta all'ultima ovvero nel mio caso circa un trimestre. Di solito da febbraio. Venivo comunque impegnata, senza copertura contrattuale ma con obbligo di partecipazione derivante da altre fonti normative, in attività collegiali (consigli di corso di laurea), ricevimenti studenti, esami (anche in più sessioni) lungo l'intero anno accademico, prima e dopo il periodo di copertura contrattuale. Mi chiedo non è lecito chiedere ed ottenere dall'Università una certificazione di servizio che attesti l'espletamento del mio lavoro per un intero anno accademico. Non è sufficiente aver dovuto rinunciare alla copertura assicurativa per l'intero anno. Spero d'essere stata chiara sebbene contorta la vicenda. Ora insegno nella scuola. La docenza a contratto presso l'università per i sei anni mi sembra coerente con la mia carriera attuale e perderne il riconoscimento ai fini di carriera mi sembra dover patire oltre il danno la beffa. La ringrazio anticipatamente.
V.C.

Anonimo ha detto...

Gentile professore Pagliarini,sono Docente nella Scuola Primaria di ruolo, ho partecipato all'ultimo concorso per Dirigenti Scolastici- 2011, ora sono in attesa di come si esprimerà il Consiglio di Stato, nella questione del merito.Desidero sapere se c'è incompatibilità tra il prosieguo del concorso, qualora l'esito del Consiglio di Stato sia favorevole per noi ricorrenti e l'iscrizione ad un dottorato di ricerca.Per ciò che riguarda, invece, il mio contratto di lavoro attuale, mi pare non ci sia alcuna incompatibilità con un dottorato di ricerca,che se non erro va concordato con il Dirigente Scolastico del mio Istituto, sottolineo "concordato" poichè un Dirigente Scolastico non potrebbe negare un diritto di formazione, quale quello del
Dottorato.Aggiungo,inoltre,che preferirei il dottorato senza borsa, mantenendo il mio attuale stipendio,sarebbe la cosa giusta da fare, me lo consiglia?La ringrazio molto per la sua disponibilità e per la sua cortese attenzione.