Gentilissimo Prof. Pagliarini
sono il Responsabile Amministrativo di un Istituto CNR di Milano e nell'ambito di un progetto di ricerca cofinanziato tra il nostro Istituto ed un museo della citta ho utilizzato le sue utilissime tabelle retributive per quantificare il valore dei mesi/uomo di un Professore Ordinario a tempo pieno, associato presso di noi.
Il mio collega del museo vuole tuttavia il valore orario della retribuzione intendendola come rapporto tra l'ammontare stipendiale e l'orario di lavoro contrattuale, nel caso di un normale dipendente pubblico 36 ore settimanali.
I ricercatori da me interpellati mi hanno detto che un ordinario non ha un orario di lavoro contrattuale.
Potrebbe, per favore, fornirmi qualche chiarimento?
Ringraziandola per la sua disponibilità Le porgo i miei
più cordiali saluti.
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caro Signore
i docenti universitari sono una delle categorie di pubblici dipendenti non contrattualizzate. Pertanto non esiste orario di lavoro settimanale, giornaliero e obbligo di firma. La legislazione vigente fissa solo un monte ore annuo di attività didattica, pari a 350 ore per i docenti a tempo pieno e 250 ore per i docenti a tempo definito, comprensiva della didattica cosiddetta "frontale", degli esami e degli impegni per le tesi di laurea, del tutorato, dei seminari, della partecipazione ai consigli di organismi quali facoltà, dipartimenti, consigli di corsi di studio, In realtà la gran parte dei docenti supera abbondantemente i tetti predetti che, peraltro, non tengono per niente conto dell'impegno per l'attività di ricerca, non quantificabile e in genere molto forte. Con le leggi di riforma in cantiere si tende a quantificare in 1500 ore annue l'attività complessiva di un docente nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali. Anche questo tetto è soltanto indicatorio e, in molti casi si rivelerà in difetto o in eccesso rispetto ai tempi reali di attività complessiva di un docente. E', a mio avviso, impossibile quantificare una attività oraria giornaliera o settimanale di un docente. Ci possono essere settimane o giorni in cui nella gran parte delle 24 ore il docente è tutto dedito a studi e contatti relazionali per le ricerche in corso; così come ci possono essere giorni in cui gran parte delle 24 ore sono dedicate a lezioni, seminari, esami e incontri con gli studenti. Se il monte ore annuo previsto di 1500 ore dovesse diventare legge, la retribuzione oraria per ciascun docente potrebbe facilmente calcolarsi dividendo la retribuzione totale lorda annua, comprensiva della 13^, per 1500. Ovviamente il risultato ottenuto è diverso per ciascun docente, essendo diversa la retribuzione in base alla qualifica e alla classe retributiva di appartenenza. In conclusione ha poco senso parlare di costo orario del docente universitario perché, comunque calcolato, è poco attendibile. cordialmente
Alberto Pagliarini
sabato 23 maggio 2009
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