mercoledì 28 ottobre 2009

inadempienze retributive

Caro Pagliarini,
sono un suo collega della Facoltà di Lingue di Bari. In passato ho avuto il piacere di incontrarla in più occasioni. Ho sempre apprezzato la sua attività di 'consulente', soprattutto per quanto ha riguardato in tutti questi anni la nostra situazione economica e giuridica.
Anche adesso ti scrivo perché mi occorre una tua parola su un caso, quello di mia moglie, anche lei docente nella mia stessa Facoltà, la quale ha sostenuto il concorso per il passaggio a ordinario quando aveva già una lunga carriera di associato alle spalle. E si è vista, nel corso del tempo, riassorbire quasi tutto l'assegno ad personam.
Sulla base di quanto comunicavi a noi tutti, presentò a suo tempo, richiesta perché l'assegno in oggetto Le fosse mantenuto nell'importo stabilito all'inizio della sua nuova carriera. Ma per adesso tutto tace, e sappiamo tutti qual è la situazione finanziaria del nostro Ateneo. Il fatto è, però, che dal novembre del 2010 mia moglie andrà in pensione, e ci chiediamo su quale importo stipendiale Le sarà attribuita la pensione. E vorremmo sapere come comportarci con l'Amministrazione. Questo problema interessa anche altri nostri colleghi, i quali mi hanno pregato di interpellarti.
Mi scuso per la prolissità, ti ringrazio di cuore e ti invio un cordiale saluto.
xxxxxxxxxxxxxxxx

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caro xxxxxxxxxxxxx e cari colleghi
Vi sono sedi, come Bari , che non solo non hanno ancora corrisposto l'aumento ISTAT 2009 ma anche l'adeguamento stipendiale relativo all'aumento ISTAT 2008. La situazione economico-finanziaria è veramente difficile e lo sarà ancora di più con i forti tagli previsti per il 2010.
Le università devono, lo dico da anni, decidersi a ridurre drasticamente le spese abnormemente cresciute sia con l'istituzione di numerosi corsi triennali e specialistici, non sempre validi e utili, sia con la creazione indiscrimanata di sedi decentrate, spesso create per soddisfare interessi politici, campanilistici e personalistici e non interessi di cultura, ricerca e formazione delle professioni. Quanto hanno fatto e stanno facendo è ancora poco. In un periodo di profonda crisi mondiale, quale quello che stiamo vivendo, con un debito pubblico ormai ai livelli di guardia, tutti gli enti dovrebbero ridurre le spese eliminando gli sprechi inutili. In verità, l'esempio dovrebbe venire dalla "Casta politica", dal Governo e dal Parlamento che, invece, irresponsabilmente continuano a far crescere i costi già abnormi e insostenibili della politica, istituendo, per esempio altre provincie, invece che eliminarle come promesso agli elettori. Il debito pubblico continua a crescere e siamo ormai a un livello tale da aver indotto il Presidente Napolitano a lanciare un grido d'allarme. Le università facciano la loro parte e riducano drasticamente tutte le spese che possono essere ridotte. Se i sindacati della docenza mi avessero ascoltato, prendendo precise posizioni di denuncia contro il dilagare della spesa, premendo sui rettori per fare una coraggiosa autocritica, oggi, forse, non saremmo a questo punto di crisi e di degrado dell'università, per cui tutti, sindacati e rettori sono correi. In questa situazione l'università di Bari è una tra quelle che non hanno adempiuto a diversi doverosi obblighi amministrativi. Uno è quello della restituzione dell'assegno ad personam, attribuito dopo il triennio di conferma e la ricostruzione di carriera, indebitamente riassorbito a tanti. Il diritto al non riassorbimento del predetto assegno, dopo diverse memorie scritte da me e fatte proprie dai sindacati della docenza CIPUR, CNU USPUR è stato riconosciuto ormai da tempo, per cui ai colleghi che avanzano nella carriera l'assegno non viene più riassorbito sia durante il triennio di conferma sia dopo. La restituzione di quanto riassorbito è invece in alto mare per le predette difficoltà finanziarie. Io e i tre sindacati della docenza abbiamo premuto e continuiamo a premere sul Rettore e sul Direttore perché si avvii l'operazione di restituzione, ma l'amministrazione non si muove, non per mancanza di volonta del Rettore o del Direttore ma per mancanza di soldi. Questa è la situazione. In questi giorni scriveremo ancora una volta per sollecitare alcuni atti dovuti: l'adeguamento retributivo, la restituzione dell'assegno ad personam e il riconoscimento degli assegni di ricerca nella ricostruzione di carriera, come è avvenuto in quasi tutte le sedi universitarie. Chiederemo anche un nuovo incontro con i vertici dell'amministrazione. L'adeguamento retributivo e la restituzione dell'assegno ad personam pensionabile, comportano l'obbligo dell'amministrazione di rifare i decreti rettorali per il calcolo della pensione e della liquidazione a tutti coloro che nel frattempo sono andati in pensione o andranno in pensione con una base pensionabile non corrispondente a quella reale, perché mancante dell'adeguamento e dell'assegno. Questo è un atto dovuto anche per coloro che sono defunti, come il compianto amico prof. Paolo Bruno presidente del CIPUR. Si potrebbe avviare una azione legale per richiedere gli interessi legali sulle somme che saranno attribuite con anni di ritardo. Purtroppo la nostra (in)giustizia lumaca e i costi dell'azione legale sconsigliano una siffatta azione. Ritengo utile inviare questa mail, per conoscenza, al Rettore e al Direttore amministrativo. Cordialmente
Alberto Pagliarini

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