lunedì 9 novembre 2009

le compatibilità e la retribuzione di un ricercatore a tempo determinato

Egr. Prof. Pagliarini,
sono un assegnista di ricerca e saltuariamente svolgo attività di didattica (tramite contratti di insegnamento) o di ricerca in conto terzi.
Per ragioni di opportunità fiscale ho optato nel corso del 2008 per l'apertura di una posizione di partita Iva sotto il regime dei cosiddetti "contribuenti minimi". Da allora emetto fattura per le prestazioni (corsi o ricerche) estranee agli impegni dell'assegno.
Poiché ambirei a divenire, prima o poi, un ricercatore a tempo determinato, Le chiedo fin d'ora se sussista una qualche incompatibilità di fondo tra questa figura giuridica e il mantenimento della partita Iva ai fini della fatturazione dell'attività di docenza e di ricerca estranea o comunque aggiuntiva rispetto agli impegni previsti dalla normativa nazionale e dai regolamenti di Ateneo. Riporto a tal proposito uno stralcio dal regolamento recentemente approvato dal mio Ateneo di riferimento che non sembra prevedere tale eventualità.
Inoltre, un altro articolo del medesimo regolamento equipara la retribuzione minima del ricercatore a TD a quella del ricercatore confermato a tempo pieno. Tale norma non si pone in contrasto con le recenti disposizioni del Decreto Interministeriale 16 settembre 2009 prot. n. 94 /2009 che fissa invece un limite superiore e pari al 120% dello stipendio di un ricercatore confermato a 0 scatti?
La ringrazio infinitamente per il Suo prezioso supporto e La saluto cordialmente.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
-------------------------------------------------------------------------
caro dottore
ritengo non ci sia compatibilità. Occorre comunque aspettare la legge in discussione e i regolamenti attuativi per sapere esattamente le caratteristiche della nuova figura di ricercatore a tempo determinato per 3 anni, rinnovabili. Il regolamento di ateneo è antecedente il decreto ministeriale. Dovrebbe essere adeguato alla nuova disposizione. Cordialmente
Alberto Pagliarini

2 commenti:

Prof. Costa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Prof. Costa ha detto...

Egregio Professore,
ho trovato il Suo preziosissimo blog e spero che potrà aiutarmi a chiarire una questione di cui mi occupo da mesi. Sono insegnante di ruolo nella scuola secondaria; avendo concluso il dottorato di ricerca, ho ora la possibilità di concorrere ad un assegno di ricerca biennale. Mentre per il periodo di congedo straordinario per dottorato la normativa dice in modo chiaro che esso "è utile ai fini della progressione di carriera, del trattamento di quiescenza e di previdenza", non riesco a trovare garanzie analoghe per gli assegni di ricerca. Posso chiedere al Dirigente Scolastico che nel decreto di aspettativa per assegno di ricerca specifichi che anche questo periodo è utile ai fini della progressione di carriera, del trattamento di quiescenza e di previdenza?
La ringrazio infinitamente per la Sua fondamentale assistenza in questa circostanza.
Sara Costa