sabato 21 novembre 2009

assunzioni cofinanziate e blocco assunzioni

Gentile Professore,
presa visione sul suo preziosissimo blog del quesito postole sulla materia in oggetto, e della risposta da lei fornita, mi permetto di chiederle qualche precisazione ulteriore.
La circolare del MIUR prot. 478 del 27/03/2009 (che allego per comodità di consultazione), indica (periodo evidenziato in giallo nella terza e ultima pagina) che anche per gli inquadramenti di personale operati sulla base di cofinanziamenti del MIUR (chiamate dirette e trasferimenti), deve esserci una contabilizzazione in punti organico, la cui entità sarà ridotta in proporzione all'entità dei cofinanziamenti ministeriali (min. 70%).
Quindi non si può ritenere che tali operazioni siano completamente esenti dal blocco del turn over.
E' corretto?

Ringraziandola ancora per il suo prezioso blog, le invio i miei migliori saluti.

Responsabile Ufficio Amministrazione Docenti
Servizio Personale e Sviluppo Risorse Umane
Università XXXX

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gentile Signora
ero a conoscenza della circolare MIUR del 27/3/09 ma ne ignoravo il contenuto. La ringrazio per avermela inviata. Dalla circolare si evince che anche le assunzioni cofinanziate dal MIUR rientrano, per la parte di finanziamento a carico dell'amministrazione universitaria, nel calcolo del budget di risorse disponibili per le assunzioni da effettuare nei limiti posti dal D.L. 180/08 convertito dalla legge 1/09. Evidentemente per il ministero dell'Economia è prevalso l'obiettivo del contenimento della spesa rispetto al principio al quale si ispira il cofinanziamento, cioè quello di agevolare la mobilità dei docenti e il rientro dei cervelli. Non credo sia una scelta politica ma burocratico-amministrativa, perché l'incidenza della spesa a carico delle amministrazioni universitarie per le assunzioni cofinanziate è non rilevante. Pertanto, il principio e lo scopo delle assunzioni cofinanziate ai fini di migliorare il funzionamento delle università, doveva prevalere, a mio avviso, sull'insignificante contenimento della spesa. Tant'è! Non sempre prevale il buon senso e la razionalità nella onnipotente burocrazia ministeriale di questo Paese che riesce a strasvolgere anche le buone scelte politiche fatte dal legislatore. Cordialmente
Alberto Pagliarini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Chiarissimo Professore Pagliarini,
sottopongo alla Sua cortese attezione un problema che rappresenta un nuovo modo di procedere del nostro Ateneo.
Tre anni orsono ho vinto un concorso di ricercatore all'Università di Palermo e nell'inquadrarmi nel ruolo l'Amministrazione universitaria mi ha riconosciuto un "assegno ad personam", riassorbibile, integrativo della differenza tra il vecchio trattamento economico (ero e sono responsabile di struttura complessa di una Azienda Ospedaliera Universitaria) ed il nuovo stipendio di ricercatore non confermato, fissato in € 42.517,11 a decorrere dall'1 marzo 2006. Il 28 ottobre mi ha scritto l'Amministrazione che secondo il disposto del 5° comma dell'art. 8 della legge 370/99, che prevede il riassorbimento dell'assegno personale anche per effetto dell'incremento di retribuzione di Dirigente medico, l'assegno ad personam è stato già completamente riassorbito. Mai prima l'Università aveva inciso sulla quota aziendale. Infatti gli aumenti contrattuali che l'Amministrazione dell'Azienda mi ha riconosciuto sono in adempimento all'applicazione dei protocolli d'intesa tra la Regione Siciliana. Mi chiedono altresì la restituzione di € 63.947,50 al lordo perchè indebitamente a me erogate per "difetto di comunicazione" (così è stata la spiegazione verbale) tra gli Uffici dell'Azienda e dell'Ateneo".
Premesso che mai finora si era verificato che la quota universitaria fosse riassorbita utilizzando quella per il servizio reso all'Azienda, i rispettivi Uffici da me interpellati mi rimandano ognuno al corrispondente dell'altra Amministrazione. Pertanto Le chiedo cortesemente un chiarimento su questi punti:
1. E' possibile che una Amministrazione utilizzi il rapporto di lavoro dell'altra? e chi sceglie di esercitare in libera professione nel proprio studio e, non in rapporto aziendale come il sottoscritto, come fa l'Amministrazione dell'Ateneo ad incidere sui ricavi da attività privata? E' possibile quindi che ci sia una difformità di trattamento tra figure uguali?
2. Per effetto della riduzione del trattamento economico ospedaliero di fatto percepirei meno dei miei colleghi pari grado. E' possibile questo? Si verrebbe a creare la situazione paradossale che l'Azienda, dopo avere aggiornato il mio stipendio, poi assorbito dall'Università, debba riconoscermi un assegno integrativo per compensare quello che mi è stato sottratto, pagando così di fatto due volte.
3. Per qunto riguarda la restituzione, l'entità di quanto mi è stato erroneamente erogato - se così fosse - è tale che andrebbe ad incidere in maniera esageratamente negativa sul mio trattamento economico futuro, per cui ne avrei un danno grave. Se nel riscuotere non c'è problema nell'esborso, sì. Di fatto l'Università per tre anni mi ha erogato molto più di quanto avrei dovuto ricevere, sì che ha modificato il mio tenore di vita ponendolo ad un livello a me non spettante, sicchè la conseguenete restituzione mi porterebbe a livelli addirittura inferiori a quelli che avrei avuto senza assegno ad personam (anche questo un paradosso). Che fare?

La ringrazio per l'attenzione e spero che il nuovo anno porti tanta serenità a partire da un buon chiarimento.

Grazie,
Renato Malta
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329 7506812