mercoledì 8 febbraio 2012

riforma pensioni: rimanere in servizio o anticipare il pensionamento?

Caro Collega,
Ti scrivo di nuovo sperando che tu possa consigliare me ed altri colleghi su cosa conviene fare alla luce della nuova normativa sulle pensioni. Cosa rischia chi ha 61 anni e quasi 40 anni di contributi (servizio + laurea e militare riscattati) se resta in servizio fino a 68-70 anni? Cosa bisogna fare per il pasaggio dall' INPDAP all' INPS? Ho chiesto notizie a sindacalisti e impiegati INPDAP ed ho ricevuto risposte contrastanti che mi hanno confuso. Tu che sei un esperto e ci hai illuminato tante volte, potresti fare il punto della situazione in modo che gli ignoranti in materia come me possano capirci qualcosa?
Ti rigrazio della considerazione, cordiali saluti,

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caro collega
molti colleghi mi hanno posto un quesito più o meno analogo, prospettandomi situazioni personali diverse. Non posso rispondere a tutti, Pertanto invito i colleghi che mi hanno scritto a leggere questa risposta che ritengo possa valere per tutti quelli che si trovano in una posizione di servizio più o meno analoga alla sua.
Per coloro che alla fine del 2011 avevano maturato 40 anni di servizio, compresi gli anni riscattati, oppure mancava qualche anno per il raggiungimento dei 40, le nuove regole pensionistiche non comportano penalizzazioni, anzi, in alcuni casi, un vantaggio economico.
Pertanto, conviene rimanere in servizio sino al compimento dell'età pensionabile. Ciò è dovuto al fatto che per il sistema retributivo, attribuito a coloro che nel 1995 avevano maturato almeno 18 anni di servizio, compresi gli anni riscattati, la pensione è calcolata per un massimo di 40 anni e i contributi versati negli anni successivi non sono utilizzati dal soggetto ed hanno solo scopo sociale nel calderone previdenziale e assistenziale. Consegue che chi alla fine del 2011 ha già maturato 40 anni di servizio, non perde alcunché sulla pensione calcolata con il metodo retributivo sino a 40 anni e dovrebbe ricevere una ulteriore quota di pensione calcolata con il metodo contributivo, per effetto dei contributi versati negli ulteriori anni di servizio dal 2012 al pensionamento. Quindi costoro avranno un vantaggio economico a restare in servizio. Ovviamente a coloro che alla fine del 2011, mancavano pochi anni di servizio per il raggiungimento dei fatidici 40, sarà applicato il sistema retributivo per gli anni di servizio maturati sino al 2011, rimettendoci un qualcosa per gli anni mancanti, qualcosa che sarà ricuperato con la quota di pensione aggiuntiva calcolata con il metodo contributivo dal 2012 al pensionamento. Il recupero potrà compensare la perdita o, addirittura, dare un vantaggio economico a seconda degli anni più o meno numerosi mancanti ai 40 predetti e dell'età anagrafica più o meno prossima alla pensione.
L'unificazione tra INPS e INPDAP non comporta alcun adempimento per i dipendenti pubblici assistiti dall'INPDAP che continuerà a svolgere le sue funzioni a favore degli assistiti. Ci sarà solo una diversa regolamentazioei con economie di scala sugli organi di gestione e sulla organizzazione interna.

Alberto Pagliarini

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