martedì 7 aprile 2009

trasferimento per docente appartenente a categoria protetta

Gent.mo Prof. Pagliarini,
sono un professore ordinario ormai da oltre 10 anni “fuori sede”. Le recenti restrizioni dei trasferimenti statali alle università hanno drasticamente ridotto le mie possibilità di rientro in sede nel triennio 2009-2011. Credo che però nel mio caso ci sia una residua possibilità. Come è noto esistono due livelli di vincoli per il turn over: un primo livello è di ateneo ed è connesso al superamento da parte degli stipendi del 90% del FFO. Nel mio caso l’Università che dovrebbe chiamarmi è tra quelle (almeno per ora) virtuose.. Il secondo livello di vincolo riguarda invece l’intero sistema universitario ed è stato introdotto con il D.L. 112/2008 e modificato con il D.L. 180/2008 (c.d. attenuazione del Min. Germini). Orbene gli stringenti vincoli previsti dal primo periodo del comma 13, dell'articolo 66 del decreto-legge n. 112/2008, (convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 133/ 2008,) così come modificato dal DL. n. 180/2008 (convertito dalla Legge n. 1/2009) prevedono che le università che non superano il 90% FFO possono assumere, per ciascun anno, personale di ruolo pari al 50% della spesa relativa al personale cessato nell’anno precedente; una quota non inferiore al 60% di tale somma è riservata all’assunzione di ricercatori o di contrattisti ex-Legge Moratti, non superiore al 10% per professori ordinari. Tutte le limitazioni di cui al comma 13 non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette (rif. Comma 13 prima versione nella parte non modificata). Essendo di fatto, per le limitazioni del singolo bilancio universitario, le assunzioni parificate ai trasferimenti ed appartenendo io ad una categoria protetta (orfano per servizio, figlio di vittima del terrorismo, ecc.) credo che la mia chiamata possa essere, sotto il profilo dei vincoli finanziari, effettuata. Cosa ne pensa? Sono ben consapevole che la normativa è recente e che non esistono ancora regolamenti attuativi, ma conto sulla sua smisurata conoscenza della legislazione universitaria, che spesso è in grado di anticipare posizioni ministeriali solo successivamente esplicitate, per avere un primo “conforto” in materia. Nel ringraziarla di cuore per la Sua opinione e per quanto vorrà suggerirmi di fare. Cordialmente.
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caro collega
poichè non esiste alcuna norma che consenta ad una facoltà la chiamata diretta di un docente appartenente a categoria protetta, resta, per il suo caso, solo la possibilità di chiamata per trasferimento. Il trasferimento avviene per concorso richiesto da una facoltà e bandito dalla sede, per la l'attribuzione di un posto coperto finanziariamente. Dopo la valutazione comparativa dei partecipanti al concorso, la facoltà effettua la chiamata. Non può esserci, pertanto, un concorso per trasferimento riservato a un docente appartenente a categoria protetta. Se la facoltà dispone del budget, potrebbe, per superare le limitazioini imposte dal comma 13, chiamare il candidato appartenente a categoria protetta giudicato favorevolmente, semprechè l'amministrazione ritenga possibile tale chiamata fuori dei limiti fissati dal comma 13. Ritengo perciò sia necessario contattare preventivamente gli uffici preposti, per accertare la possibilità di attuare la predetta procedura e in caso positivo, muoversi sul preside e sulla facoltà per la richiesta di un posto di 1^ fascia a concorso per trasferimento. cordialmente
Alberto Pagliarini .

1 commento:

Berardino ha detto...

Caro prof. Pagliarini,
volevo porre una questione in merito al tema della dichiarazione dei redditi da non residenti. Nel 2009ho avuto un contratto da post doc formalmente assunto come "agent contratuel" in Francia. Per 5 mesi poi ho anche cumulato una posizione part time all'università di Utrecht dove mi recavo una volta a settimana. Chiaramente per tutto il 2009 ho vissuto in Francia prima con nun contratto per Gennaio-Luglio, poi ospite a titolo gratuito da un collega da Settembre a Dicembre(con tanto di dichiarazione dello stesso). Comunque per questo anno ho mantenuto anche la mia residenza in italia, nel senso che sulla carta di identità c'è ancora denotata la tale residenza e non sono iscritto all'AIRE per paura di perdere la copertura snitaria. E vengo al problema della dichiarazione dei redditi. Purtroppo in Francia ogni addetto alle imposte con cui sono entrato in contatto non è riuscito a darmi una risposta precisa su dove e come devo pagare le tasse. Anzi mi hanno fornito doverse versioni, ora quella definitva è che potrò pagare le tasse in francia (cosa da me preferita). Inizialmente però un addetto mi disse che in base all'art. 20 della convenzione cntro la doppia tassazione (cioè articolo relativo a professori e ricercatori) dovevo pagre le tasse in Italia dato che il mio periodo all'estero era inferiore ad 2 anni. Ho cercato di far capire loro (faxandogli in contratto) che il mio impiego non rientrava nella categoria professori e ricercatori pur essendo la mansione post doc di ricerca di fatto risultavo come dipendente subrdinato. Sembra che si siano convinti e mi hanno detto che posso pagare in Francia ammesso che posso dimostrare di avrevi risieduto per più di 183 giorni. Forte del mio contratto di 6 mesi e della dichiarazione di ospitalità per tre mesi ho quindi proceduto all'invio del materiale e ora restao in attesa tenend conto il livello di incompetenza che c'è tra quel gruppo di dipendenti che dovranno lavorare sul mio file. Volevo in consiglio sul tale vicenda e anche su come gestire la mia situazione per il 2010. Infatto da Gennaio mi son trasferito in Olanda e mantenendo solo quella posizione (oltre ad un cotratto presso una università italiana come professore visiting dall'estero, e tale università mi ha fatto scegliere se avvalermi della convenzione per il pagamento). Dal Gennaio 2010 sono ospite nella casa di un collega ma continuo ad avere sulla carta di Identità la residenza Italiana anche se viv unicamente in Olanda da Gennaio, cosa mi consiglia per evitare gli stessi problemi avuti in Francia?