Egregio Prof. Pagliarini,
le scrivo per chiederle, cosa che interesserà molti colleghi, quale e’ la durata delle idoneità a Professore Associato conseguite nei concorsi della I sessione 2008 (concorsi a doppia idoneità): 3 anni o 5 anni?
Infatti da una analisi dei vari bandi di concorso ho notato che:
- molte università non dicono nulla a riguardo rimandando alla normativa vigente;
- alcuni atenei (es. veda bandi allegati di Roma Tre, Roma La Sapienza, Pavia, …) dicono che l’idoneità dura 5 anni
(riporto testualmente: “ I candidati risultati idonei i quali non siano stati preposti per la nomina in ruolo dalla Facoltà che ha richiesto il bando, entro i previsti termini, possono essere nominati in ruolo a seguito di chiamata da parte di altre Università entro un quinquennio decorrente dalla data del decreto di accertamento della regolarità degli atti”)
- alcuni atenei (Politecnico di Bari, …) nel bando parlano della durata di un triennio per l’idoneità’ conseguita.
Pertanto quale interpretazione e’corretta? Durata idoneità concorsi I sessione 2008 a 3 o 5 anni?
Certo di una sua cortese risposta,
nel ringraziarla dei preziosi consigli che fornisce con il suo blog,
le porgo distinti saluti,
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caro collega
le sedi che considerano quinquennale la durata dell'idoneità si rifanno ed applicano la legge 4/11/2005 n. 230 art. 1, punto 6. Le sedi che considerano triennale la durata dell'idoneità si rifanno ed applicano il DPR 23/3/200 n. 117 art. 5 punto 8. Non tutte le sedi considerano applicabile la legge 230/05 (Moratti) perché priva dei decreti attuativi mai pubblicati. Ma i decreti attuativi riguardano procedure ed altre questioni, non certo la durata dell'idoneità fissata dal legislatore in 5 anni. Per questo ritengo valida la durata quinquennale e ritengo una forzatura interpretativa quella della mancanza del valore e dell'efficacia di una legge che ha superato il DPR 117/2000. Queste ultime sedi, di fatto, danneggiano i concorrenti al bando emanato dalla sede, riducendo la durata dell'idoneità conseguita. Vi sono, a mio parere gli estremi per un ricorso amministrativo. Purtroppo una malintesa autonomia ha differenziato diritti e doveri di soggetti aventi lo stesso "status", intaccando lo stato giuridico dei docenti che può essere modificato solo da una legge dello Stato. L'università è ormai in una babele dove esistono diverse illegalità giuridico-amministrative. Il MIUR ne è a conoscenza ma non fa nulla per normalizzare una situazione anomala che tende a crescere sempre di più. Ormai ogni credibilità a tutti i livelli, in questo Paese, è ridotta al lumicino. Cordialmente
Alberto Pagliarini
domenica 11 luglio 2010
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